“Partiamo da un check up completo della moto: dallo stato di usura degli pneumatici alla loro pressione. Quest’ultimo controllo viene fatto sempre troppo di rado, l’ideale sarebbe controllarla ogni mese”.
La pressione va controllata quando gli pneumatici sono freddi (fermi da almeno 2 ore o che hanno percorso meno di 3 km a bassa velocità). Gomme la cui pressione è inferiore del 20% rispetto alla pressione raccomandata coprono una distanza del 20% inferiore, inoltre se la pressione è troppo bassa aumentano sia il consumo di carburante che le emissioni di CO2.
Se ci si sposta tra luoghi che hanno temperature molto diverse, la pressione va monitorata anche durante il viaggio.
“Poi, il controllo dei freni: verifichiamone lo spessore e la presenza del liquido, da sostituire ogni due anni. Attenzione massima per l’olio del motore e per il liquido di raffreddamento. Consiglio anche di lubrificare la catena, ogni 1000 km percorsi.”
La catena costituisce uno dei componenti più importanti della moto: pulirla, lubrificarla e registrarne correttamente la tensione è fondamentale. Ha il compito di trasmettere la forza motrice alla ruota posteriore, se curata periodicamente può durare anche svariate decine di migliaia di chilometri garantendo un viaggio in massima sicurezza. La manutenzione è un’operazione che può essere fatta da sé ma che richiede grande attenzione (e per questo spesso si usa un pennellino) specialmente nei modelli più recenti, che montano catene a O-ring che possono facilmente danneggiarsi con sostanze aggressive come benzina e gasolio.
Cosa non deve mancare nel kit degli attrezzi da portare con sé?
“Qualche chiave di quelle più diffuse (per le moto giapponesi, di solito, sono quelle da 8, 10 e 12, ma è bene acquistare un kit che includa anche quelle da 6, 14 e tutte le dimensioni più comuni), pinze, del fil di ferro – può essere sempre utile per le riparazioni di emergenza – qualche fascetta di serraggio e del nastro americano“.
Sono basici strumenti di primo soccorso che in caso di guasti non gravi possono consentirci di raggiungere il primo luogo sicuro più vicino a noi.
Anche la disposizione del bagaglio è importante: spesso è la nota dolente del viaggio in moto, specie per i passeggeri.
“Il carico deve essere ben distribuito. Evitare il bauletto posteriore che sbilancia completamente la moto. Sono preferibili le classiche valige laterali e una borsa serbatoio.” Destiniamo casomai il bauletto posteriore a oggetti leggeri e che servono a portata di mano.
L’assetto generale dipende naturalmente anche dalla presenza del passeggero. Certo chi viaggia in moto è abituato a carichi ridotti all’essenziale, ma per le motocicliste che non vogliono rinunciare a stile e femminilità, nelle capienti borse laterali si può trovar spazio per il loro necessaire.
Quello cui però non si deve rinunciare mai è il giusto equipaggiamento di sicurezza senza dimenticare il confort:
“L‘abbigliamento tecnico può fare la differenza: il paraschiena è essenziale perché basta una caduta a bassa velocità per farsi davvero male. Aggiungo gomitiera e pettorina. Oggi sul mercato si trovano protezioni morbide e comode che diventano rigide solo in caso di impatto o tute con airbag incorporati. Sandali e bermuda sono banditi: i materiali di oggi sono studiati per ogni temperatura, perché rischiare?”
Esistono infatti tute con sistema Spidi Neck DPS Airbag, un doppio cuscino che avvolge la zona cervicale e delle clavicole, in armonia con il casco, per ridurre movimenti potenzialmente nocivi per la zona. Il sistema aumenta la tendenza al rotolamento del pilota, limitando pericolose leve sul suolo. Il tempo di gonfiaggio dell’airbag è di 0.2 secondi.
Anche per le donne ci sono linee di abbigliamento tecnico che non nascondono la loro femminilità: dai pantaloni al casco. Per chi non sa rinunciare ai tacchi ad esempio, il mercato propone stivali col tacco dotati di tutte le protezioni essenziali per la sicurezza.
Può fare la differenza e salvarci la vita il casco integrale, consigliato per guidatore e passeggero. L’alternativa è quello modulare, che è meno sicuro e più pesante (la costruzione è più complessa) ma ha il vantaggio di poter alzare la mentoniera quando fa caldo o quando si fa rifornimento.
L’interfono, se viaggiate in coppia, è utile per comunicare durante il tragitto. Ci sono modelli che permettono di conversare ma anche di ascoltare la musica nel pieno rispetto del codice della strada.
Non ci sono regole per programmare le tappe, bisogna conoscersi e valutare solo la propria capacità di resistenza. Un ultimo consiglio da parte di Christian Mattei: “Studiate bene il percorso prima di partire per non dovervi fermare a controllare la mappa ogni volta. Ci sono app pensate per i motociclisti, ma gli occhi vanno tenuti fissi sulla strada e lo smartphone deve rimanere in tasca.”
Il codice della strada vieta espressamente l’uso di apparecchi radiotelefonici alla guida ma è possibile impostare il navigatore e seguirne le indicazioni tramite un auricolare bluetooth.
Le app per motociclisti sono molto utili e stimolanti: oltre a quelle di navigazione (la classica Google Map rimane tra le più affidabili) ne esistono di più spiccatamente social che creano community di motociclisti che si scambiano consigli e suggerimenti come WeRide, gratis sia per iOs che per Android.
Anche UnipolSai si preoccupa della sicurezza di tutti gli appassionati delle due ruote con una polizza dedicata: per chi usa lo scooter nel traffico cittadino o per chi, come in questo caso, vuole concedersi una fuga dalla metropoli con la propria moto.
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