Amministratori pubblici e urbanisti discutono da decenni di nuove forme di mobilità urbana in relazione alla quotidianità di milioni di cittadini che animano le città di tutto il mondo. Il dibattito è affascinante ma al tempo stesso complesso a causa della varietà degli attori e degli interessi coinvolti, e per via dell’insorgenza del Covid-19 ha registrato un’imprevedibile accelerazione. Per immaginare l’impatto della pandemia sull’insieme dei trasporti pubblici e privati nelle città italiane, uno studio condotto dal Politecnico di Milano (Smart Mobility Report 2019) dimostra che a crescere non sono stati soltanto i dati relativi all’elettrificazione dell’auto, ma anche quelli sull'utilizzo di biciclette, monopattini e di altre forme di mobilità condivisa.
Ecco, in sintesi, i modelli di mobilità alternativa più utilizzati secondo lo studio sopracitato che avranno un ruolo centrale anche nel periodo di transizione verso la normalità:
A causa della permanenza del virus, il Ministero dei Trasporti ha deciso di mettere in pista delle forme di eco-incentivi all’acquisto di biciclette anche a pedalata assistita, e di veicoli a propulsione prevalentemente elettrica, nonché i servizi di mobilità condivisa a uso individuale. Al tempo stesso, si pensa alla creazione di bike lane e linee di arresto avanzato per le stesse rispetto alle auto, a tutela della sicurezza per i cosiddetti utenti deboli della strada.
Con l’inizio della Fase 2 e almeno fino a settembre, infatti, la capienza dei trasporti pubblici risulterà fortemente condizionata dal rispetto delle norme di sicurezza imposte dal coronavirus. È quindi facile ipotizzare un aumento del traffico privato, in mezzo al quale ciclisti o utenti di monopattini o segway, saranno evidentemente esposti a maggiori pericoli rispetto ad un automobilista.
In questo nuovo scenario, per i conducenti di velocipedi con una potenza sotto i 500 W e velocità entro i 20km/h, non c’è obbligo di copertura assicurativa, ma è evidente che risulta fondamentale munirsi delle giuste tutele per mettere in sicurezza se stessi, la propria famiglia e gli altri. Tradizionalmente questa tutela è un’estensione della polizza Casa, i più la ricorderanno come Responsabilità Civile del capofamiglia e offre una copertura di risarcimento per danni involontariamente causati a terzi nell’ambito della vita privata e del tempo libero.
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