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Casa e clima. La tranquillità passa per una giusta tutela

Il nostro Pianeta subisce, con sempre maggiore evidenza scientifica, gli effetti prodotti dai cambiamenti climatici. Sul piano economico e sociale, le conseguenze di questo fenomeno sono tangibili sia nella vita delle singole persone, sia sulle imprese, a livello locale e nazionale.
Fino a qualche decennio fa si credeva che i mutamenti climatici e tutto ciò che essi implicavano fossero una problematica di esclusivo interesse delle aziende produttive, in particolare di quelle energetiche e di trasformazione di materie prime. In realtà, a seguito della crescente importanza della questione e dei suoi effetti, è invece divenuto prioritario promuovere la consapevolezza sulla necessità di intervenire sugli ambienti antropizzati, cioè sulle città e sulle aree industriali dove si sono concentrate le attività dell’uomo.
Nonostante la televisione e i giornali ci abbiano abituati a immagini e notizie di catastrofi naturali avvenute in Asia o nelle Americhe, non bisogna ignorare quanto accade nel nostro continente. Non stupirà sapere che l’Italia rappresenta una delle aree europee più esposte agli impatti attesi dei cambiamenti climatici e che ciò rischia di amplificare le differenze regionali in termini di qualità e disponibilità delle risorse naturali.

Basta citare alcuni importanti indicatori. Da noi, l’incremento della temperatura media è superiore a quello globale ed europeo, circa l’1,4°c negli ultimi 200 anni (Fonte: Desiato et al., 2014; ISAC-CNR). Le precipitazioni medie sono diminuite di circa il 5% nel periodo 1800-2011. Allo stesso tempo, l’intensità delle precipitazioni è aumentata raggiungendo valori significativi in alcune aree dell’Italia settentrionale (in estate e autunno) e in alcune aree dell’Italia centrale (in autunno e in inverno). Se si guardano le proiezioni dei modelli climatici da qui alla fine del secolo, gli eventi estremi di temperatura e di precipitazione potranno diventare più intensi e frequenti.
Occorre poi considerare anche il fatto che la legge 100/2012 del 12 luglio 2012 ha cambiato la ripartizione delle competenze tra Stato ed Enti Territoriali in materia di risarcimento a seguito di danni da eventi catastrofici, rendendo l’iter più complesso.
La casa è il bene più prezioso per gli italiani. Per scongiurare il rischio di subire danni ingenti dovuti a calamità naturali e di non essere risarciti in maniera adeguata, è bene adottare un modello di gestione condiviso tra pubblico e privato, attraverso strumenti di natura assicurativa come ad esempio polizze personalizzate che tutelano l’assicurato in situazioni più o meno prevedibili, come alluvioni e terremoti, ed uniscono protezioni su misura, sistemi di sicurezza hi-tech e un’assistenza attiva 24 ore su 24.

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