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23 marzo 2021

Prendiamoci cura dei nostri risparmi!

Soldi fermi sui conti correnti: perché è una pratica poco lungimirante
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Noi italiani siamo un popolo di risparmiatori. Si tratta di una verità nota, suffragata da dati incontrovertibili 

 

L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) fa sapere che a maggio 2020 i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine, conti deposito) sono aumentati di oltre 115 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, una variazione pari a +7,6% su base annua, e hanno raggiunto la cifra ragguardevole di ben 1.672,86 miliardi. 

 

Questa crescita è stata sicuramente influenzata dai minori consumi dovuti al lockdown ma è un fenomeno già rilevato da alcuni anni. Sempre tramite dati ABI si scopre che i conti correnti tradizionali rendono zero e costano assai: 142 euro per una famiglia che fa 228 operazioni l’anno. Meno costosi, 26 euro per la stessa famiglia, sono invece i conti online delle principali banche che utilizzano solo (o quasi) canali digitali. Tuttavia, anche i conti di deposito vincolati, dove sono riposti circa 500 miliardi – e che non servono per depositare stipendi, fare prelievi o appoggiare accrediti delle bollette – non sono generosi. 

 

Allora perché gli italiani continuano a tenere fermi i propri risparmi in strumenti infruttiferiLa risposta è semplice: per paura. Il 53% degli italiani muniti di conto corrente teme la recessione, il 40% la possibile perdita del lavoro, il 27% teme un aumento delle tasse (fonte: Osservatorio Anima/Gfk).  

 

Apparentemente la scelta di immobilizzare i soldi sui conti correnti può apparire sensata visto il contesto di crisi, ma poco efficiente se si prova a guardare al futuro. 

La conseguenza infatti è che tendono a perdere valore nel tempo in modo costante. Per fare un esempio: considerando la media degli ultimi 20 anni dell’indice dei prezzi al consumo, pari all’1,7%, 10 mila euro depositati nel 2000 su un conto corrente oggi varrebbero, in termini di potere d’acquisto, 7.138 euro, quindi circa il 30% in meno! 

In altre parole, l’aumento dei prezzi al consumo, anche se moderato, provoca una erosione lenta ma inesorabile del valore dei nostri risparmi. 


È quindi importante anzitutto far nascere questa consapevolezza nei risparmiatori italiani e invest ire  in educazione finanziaria  in modo da migliorare la conoscenza  di base dei cittadini in questa materia.  

 

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In secondo luogo è importante che i risparmiatori si affidino a intermediari finanziari esperti che operano per aziende solide, i quali sapranno suggerire soluzioni personalizzate , in coerenza con la normativa vigente a tutela dei risparmiatori. 

 

Le compagnie di assicurazione, proprio per la loro vocazione alla gestione dei risparmi nel medio lungo periodosvolgono un ruolo di primo piano in questo processo. Grazie a una buona pianificazione assicurativa e l’aiuto di un consulente esperto sarà possibile orientarsi nella scelta di prodotti finanziari nuovi o già esistenti, flessibili, personalizzabili e diversificati come i piani di risparmio individuali o forme pensionistiche complementari, strumenti che vengono continuamente potenziati per far sì che rispondano a eventuali cambiamenti esterni e shock economici in un modo che risulti comunque vantaggioso per risparmiatori e investitori.

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