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La scelta - complicata - di una nuova auto

Diesel o benzina? Fino a qualche anno fa era questa la domanda che si faceva chiunque pensasse a una nuova automobile; certo c’erano (e ci sono) anche gli amanti delle auto a GPL o a metano ma, indubbiamente, la decisione sul tipo di alimentazione era più semplice e dipendeva essenzialmente dai chilometri percorsi annualmente, dal consumo di carburante e dal costo della vettura.
Oggi la scelta si è decisamente complicata perché, in primo luogo, cresce la sensibilità degli automobilisti sui temi ambientali e sui pericoli del cambiamento climatico. In secondo luogo, i legislatori nazionali ed europei stanno adottando provvedimenti sempre più restrittivi sull’emissione dei motori mentre i governi locali favoriscono le vetture a basso impatto ambientale (pensiamo alle ZTL a cui non possono accedere auto di vecchia generazione o alle misure di blocco del traffico). Vediamo di fare il punto della situazione.
Il diesel sul banco degli imputati
Il parametro chiave da tenere a mente è la classe di omologazione del veicolo (Euro + un numero), che è desumibile da uno specifico codice riportato sulla carta di circolazione. Le normative adottate dall’Unione Europea, hanno imposto nel corso del tempo limiti sempre maggiori alle emissioni di sostanze inquinanti da parte delle auto, limiti che devono essere rispettati per consentirne l’omologazione. Analoghi test di omologazione avvengono in altri paesi al di fuori dell’Unione Europea.
È proprio nell’ambito dei test di omologazione negli USA che, nel 2015, è scoppiato lo scandalo del Dieselgate, che ha investito alcune case produttrici accusate di aver manipolato, con appositi software, le emissioni durante i test delle vetture diesel. Lo scandalo ha convinto i legislatori a modificare i criteri di omologazione delle vetture, evitando facili raggiri e soprattutto rendendoli più coerenti con un normale utilizzo del veicolo su strada. Ma questa non è stata l’unica conseguenza del Dieselgate; molte case automobilistiche hanno infatti deciso di cambiare le proprie strategie, dichiarando di voler proporre, entro pochi anni, auto prevalentemente ibride o elettriche.
E quindi, cosa scegliere in questo scenario? La tendenza di fondo appare chiara: l’automobile dovrà diventare sempre più eco-compatibile; il riferimento più semplice da tenere a mente è la classe Euro (più basso è il numero più si inquina). I più attenti ai temi ambientali potranno anche verificare l’emissione di anidride carbonica, responsabile dell’effetto serra, misurata in grammi di CO2 per Km, e il rilascio di particolato, desumibili dai documenti ufficiali o brochure presso le concessionarie autorizzate. Nella valutazione non dimenticare di considerare gli eventuali incentivi fiscali e le esenzioni dal bollo riservate alle auto con minori emissioni.

Focus su elettriche e ibride
Mentre è diffusa la conoscenza delle auto con alimentazione tradizionale (benzina, diesel, GPL, metano), non sempre si hanno le idee chiare sui veicoli ibridi ed elettrici. Vediamo, in sintesi, la situazione a oggi, partendo dalle auto considerate più ecologiche di tutte, le auto elettriche. In effetti si tratta di vetture che non hanno emissioni dirette anche se non è possibile definirle in senso stretto a emissioni zero, poiché l’energia che serve a ricaricare le batterie viene prodotta, almeno in parte, in centrali che utilizzano combustibili fossili. La vera auto elettrica a emissione zero si avrebbe infatti solo in caso di energia interamente prodotta da fonti rinnovabili.
Mentre cominciano a circolare sulle nostre strade auto elettriche che ci sorprendono per l’assenza di rumore del motore, non sono ancora risolti i limiti strutturali di questa tipologia di vetture e cioè:
- un’autonomia insufficiente per lunghe percorrenze e tempi di ricarica ancora lunghi
- la mancanza di una rete di ricarica adeguata lungo strade e autostrade;
- un costo di acquisto importante, anche se “incentivato” e in parte recuperabile grazie a un minor costo di esercizio.
È probabile che, nel breve periodo, in attesa di ulteriori miglioramenti tecnologici e della dotazione di adeguate infrastrutture per la ricarica, l’auto elettrica possa trovare spazio soprattutto nell’utilizzo cittadino o nel piccolo pendolarismo.
Ben diverse sono le vetture ibride: si tratta di una tecnologia ormai matura che abbina un motore a combustione con un motore elettrico; la batteria del motore elettrico normalmente viene ricaricata dal motore termico o recuperando l’energia in frenata; in alcuni modelli la batteria può essere ricaricata anche dalla presa di corrente. In genere il motore elettrico viene utilizzato in partenza o a bassa velocità, come avviene normalmente in città, mentre, quando la velocità aumenta, si utilizza il motore termico.
Si tratta, quindi, di automobili che esprimono appieno la loro vocazione ecologica se utilizzati in buona parte in ambito cittadino.
La novità degli ultimi diesel
Nel settore automobilistico le novità sono davvero all’ordine del giorno. Infatti, mentre alcune case costruttrici avviano le sperimentazioni delle auto a idrogeno, arrivano sorprese dai diesel di ultima generazione. Evidentemente i costruttori hanno imparato dal Dieselgate e, come testimonia una recente indagine, sono arrivati a ridurre notevolmente le emissioni di inquinanti nei modelli più recenti (da settembre 2019 è diventato obbligatorio il nuovo standard di omologazione Euro 6D Temp).
Insomma, un quadro complesso e in profondo cambiamento in cui non è chiaro quale sarà per il futuro la tecnologia vincente e come si orienteranno le ulteriori scelte del legislatore. A facilitare le nostre scelte arrivano però nuove opportunità per gli automobilisti che li porranno in una situazione nella quale non saranno più obbligati ad acquistare l’automobile.
Pensiamo, ad esempio, al car sharing, che si sta diffondendo nelle grandi città, e soprattutto al servizio di noleggio a lungo termine con cui possiamo scegliere la vettura più adatta a noi e pagare un canone mensile che comprende utilizzo del veicolo, bollo, assicurazione, manutenzione , ecc. Il vantaggio del noleggio a lungo termine, un tempo disponibile solo per le auto aziendali ma oggi esteso alche al singolo utente, è di non impiegare il proprio capitale per l’acquisto di un’automobile, ma pagare per l’utilizzo, scegliendo anche la durata del noleggio (normalmente da 3 a 5 anni), trascorsi i quali si potrà noleggiare una nuova vettura.

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